Tra resistenza interiore e cambiamento salutare – la tua gestione del senso di colpa nell’EMDR
I sensi di colpa appartengono a quelle emozioni che agiscono in modo particolarmente profondo e multiforme. Influenzano la tua immagine di te, la tua capacità di fidarti di te stesso e, non di rado, anche il tuo percorso nell’elaborazione EMDR. Molte persone sperimentano di lavorare emotivamente e mentalmente con un ricordo stressante, ma non appena si tratta di permettere un pensiero positivo, qualcosa blocca. In questo articolo esaminiamo attentamente: perché i sensi di colpa causano questo blocco, cosa prevede il classico processo EMDR e come puoi comunque progredire nell’auto-coaching.
1. Cosa sono i sensi di colpa – e dove sono le loro radici?
I sensi di colpa spesso nascono dalla sensazione di aver fatto qualcosa di sbagliato, di aver violato i propri valori – o perché le cose sono andate diversamente da come avresti voluto. Possono derivare da eventi reali, da aspettative che non hai mai soddisfatto o da immagini interiori di come avrebbe dovuto essere. A volte affondano le radici in esperienze in cui ti sentivi responsabile, sia per la tua vita che per il benessere degli altri.
Questa colpa è raramente puramente razionale. Ha componenti emotive, morali e spesso anche fisiche: un tirare nella pancia, un nodo alla gola, notti insonni. Non è solo un’opera del pensiero, è connessa a tutto il tuo sistema.
2. Il classico svolgimento dell’EMDR – e cosa significa la terza fase
Prima di esaminare l’auto-coaching, è utile capire lo svolgimento nell’EMDR classico – in particolare la fase 3, la cosiddetta fase di valutazione.
Nella fase 3 succede quanto segue:
- Sei invitato a ricordare il ricordo stressante – l’immagine più disturbante, quella situazione che porta più dolore per te.
- Nomini la cognizione negativa (CN): la frase stressante che è collegata al ricordo, ad es. “Sono in colpa”, “Ero impotente” o “Ho fallito”.
- Quindi si deve formulare una cognizione positiva (CP): “Cosa preferiresti pensare di te stesso?”
- La CP viene valutata con la scala VoC (1 = incredibile, 7 = completamente credibile).
- Viene determinato il grado emotivo di stress – con la scala SUD (0 = nessuno stress, 10 = stress massimo).
- Quindi descrivi le tue sensazioni corporee: dove senti le emozioni?
Questa fase è cruciale perché pone le basi per la fase 4 – l’effettiva elaborazione.
3. Perché i sensi di colpa rendono così difficile permettere una cognizione positiva
La colpa non è un problema che scompare semplicemente. Agisce in profondità perché unisce diverse dinamiche psichiche:
- Amivalenza: Razionalmente sai forse di non essere stato responsabile. Emotivamente, però, ti aggrappi a immagini interiori.
- Autoprotezione: La colpa crea la sensazione di controllo. Credi: se sono in colpa, avrei potuto cambiarlo.
- Legame: La colpa può connetterti interiormente con persone che hanno subito danni.
- Familiarità: La colpa è spesso vecchia, conosciuta, familiare. Il nuovo sembra estraneo, persino minaccioso.
4. Autoprotezione – nessun errore, ma un’indicazione importante
La resistenza interiore non è un segno di debolezza, ma di un sistema di autoprotezione funzionante. Il tuo corpo, la tua psiche vogliono proteggerti. Quando i sensi di colpa diventano visibili, è un segno: sei pronto a trovare un nuovo modo di affrontarli.
5. Come può aiutare una terapeuta o un terapeuta esperto
Nelle sessioni EMDR professionali, domande mirate, accompagnamento empatico e processi strutturati aiutano a sviluppare un pensiero positivo che si senta coerente. Soprattutto con la colpa, questo processo è complesso e richiede tatto.
6. Come funziona diversamente nell’auto-coaching?
Nell’auto-coaching vengono meno le domande terapeutiche. Per questo ho adattato il mio modello di auto-coaching EMDR:
- La classica fase 3 viene consapevolmente semplificata.
- Dopo aver percepito l’immagine, l’emozione e la reazione corporea, si può passare direttamente all’elaborazione.
- Solo successivamente viene invitato un primo pensiero positivo.
Questo pensiero non deve essere perfetto, né logico o appropriato. Può sembrare banale o addirittura assurdo:
- “Il mio bollitore sembra un’anatra.”
- “La mia pianta d’appartamento si sporge sempre dalla stessa parte.”
- “Mi ricordo il rumore della ghiaia sotto le mie scarpe.”
Questi pensieri apparentemente sconnessi possono scatenare un sorriso silenzioso. Ed è esattamente questo l’inizio. L’inizio di un movimento interiore.
7. Impulsi pratici: cosa puoi fare concretamente
- Senti il tuo corpo – percepisci lo stress senza valutazione.
- Nomina immagine, pensiero, sentimento e sensazione corporea.
- Formula un primo pensiero positivo – o prendi semplicemente ciò che viene spontaneamente.
- Ripeti questo pensiero se ti fa sentire bene. Lascialo agire.
Leggi le istruzioni per l’auto-coaching EMDR: Scarica le istruzioni per l’auto-coaching EMDR in 6 passaggi
8. Perché è importante per il tuo percorso
Se rimani bloccato nella fase 3, la fase 4 non inizia mai. Semplificando l’auto-coaching, ti permetti di fare il passo successivo – anche senza una risposta perfetta. Non si tratta di convinzione, ma di permesso. Un pensiero silenzioso come: “Posso andare avanti in modo diverso” può cambiare tutto.
9. Riassunto e invito
- Riconosci l’effetto della colpa.
- Non formulare una frase perfetta – ma una che si senta solo un po’ più leggera.
- Fidati: il primo pensiero è sufficiente. Ti mette in movimento.
Se ti permetti di pensare a un nuovo pensiero, allora non è un tradimento, ma un atto di responsabilità interiore – la responsabilità per la persona più importante della tua vita: per te stesso.